venerdì 1 ottobre 2010

Le cose che non si fanno (magari perché piuttosto illegali)

Molte designer mettono a disposizione on-line gratuitamente alcune loro creazioni, anche noi l'abbiamo fatto con i modelli pubblicati qui. Questo rende merito a chi decide di distribuire del materiale gratuitamente. Questo non significa che chi lo fa rinunci ai suoi diritti sul materiale pubblicato, tutt'altro! Qualsiasi materiale distribuiti gratuitamente è comunque di proprietà dell'autore o comunque del detentore dei diritti. Chi come me ha poco interesse a rivendicare un copyright può scegliere di usare una licenza Creative Commons, dando più o meno libertà di ridistribuire le proprie creazioni così come sono o con modifiche, a scelta, ma sempre citando esplicitamente la fonte. In altri casi, chi non licenzia CC il proprio materiale conserva appieno i diritti di un testo, un foto o quant'altro che pubblica per solo scopo divulgativo, a uso privato e non commerciale.
Qui vedete un caso di bella violazione dei diritti. Questo blog ha scaricato, trasferito sul proprio server e distribuito gratiutamente, senza specificare autori né fonti, un modello di Gomitolina, uno di origine ignota, il Betta's Knitionary di Unfilodi... e infine la mia sciarpa totalmente reversibile. Quest'ultima era coperta da licenza CC, gli altri materiali non so. Ci sarebbe di che sporgere denuncia. Se poi consideriamo che tutti i materiali sono e restano dosponibili in rete (e magari sono anche soggetti a revisioni di tanto in tanto) viene da cheidersi davvero a quale pro.

19 commenti:

valentina ha detto...

Il discorso sui diritti d'autore è davvero ostico, credo che la delicatezza dell'argomento abbia contribuito notevolmente a complicarlo moltissimo. Personalmente sono a favore della circolazione delle informazioni e della conoscenza, tuttavia sto molto attenta ai materiali che diffondo e soprattutto a citarne la fonte, in realtà lo faccio prinipalmente per due motivi molto importanti: per una questione di educazione in primo luogo (perchè non tutti l'han dimenticata), e per la verificabilità delle informazioni in secondo. Molte persone magari non lo fanno per palese ignoranza in materia, probabilmente non sanno nemmeno come funziona il cc. So che non è una scusante (non ho mai scusato l'ignoranza) però è sicuramente un motivo per sviluppare una seria riflessione sull'argomento e diffonderlo il più possibile.

SusinaPenelope ha detto...

Scusa Silvia, l'illegalità consiste nell'aver caricato il materiale sul proprio server e linkato a quello, giusto?
Se inserisco nel blog link a pagine web del designer o raverly, anche senza citare l'autore è corretto? A volte mi capita di linkare una parola in una frase, tipo: vorrei fare "questa" maglia, indirizzando al sito con il modello. Spero di non ledere nessuno così facendo, nel caso cambio metodo.

AbcHobby.it ha detto...

questo discorso prima o dopo credo che abbia toccato tutte.
Io sono favorevole al web, alla circolazione delle idee, dei progetti free, etc..
grazie al web ho imparato tantissime delle cose che faccio!
Mi sembra il minimo citare le fonti e linkare al proprietario quando si parla di un progetto.
Pensa che l'ultima mi è successa proprio un paio di settimane fa.
nel mio sito avevo pubblicato (molti molti anni fa) una tabella sulla traduzione dei punti maglia/uncinetto italiano/inglese (non completa come il betta's dictionary)
L'ho trovata uguale, ma uguale uguale riportata su un blog italiano di uncinetto.
stessi colori dei font, delle tabelle e dei bordi (e anche stessi errori ortografici)
Secondo te era indicato il sito da cui l'avevano presa?
Assolutamente no!!!

buon fine settimana
eli

Lizzie ha detto...

Questo credo sia uno dei dubbi che assilla qualunque atrista e chiunque abbia un blog.
ABC Hobby, io ho postato il tuo dizionario, ma ho messo chiaramente la fonte eh ! ;-) spero che quello sia il metodo giusto...spesso mi capita di condividere informazioni di altri blog/siti, perchè interessanti o semplicemente per pubblicizzarli, ma è importante specificare sempre la fonte.
Per quanto riguarda le creazioni,io per i miei pattern non mi sono mai preoccupata di vincolarli e li ho sempre pubblicati fidandomi della correttezza altrui,ma effettivamente mi girerebbero le scatole se qualcuno prendesse chessò le mie babbucce,le rifacesse e non dicesse nemmeno da dove ha preso l'idea.Faccio un pensierino al cc
Ma non credo che farei causa sul serio se vedo che qualcuno sfrutta il mio materiale,beh certo se questo ci diventasse milionario ;-)

Maddalena ha detto...

Ciao scusa la mia ignoranza, se apri il pattern della sciarpa c'è
scritto che collabora con il progetto Moticvi a Maglia. non siete voi?
Ed è legale quando le persone fotografano pattern da libri pubblicando anche la prima pagina? Io non l'ho mai fatto perchè non so se sia legale...

Anonimo ha detto...

Scaricando lo schema della "sciarpa reversibile" trovo alla fine questo testo:

Alice Twain vive e lavora come compositrice tipografica a Milano; sopravvive leggendo, lavorando a maglia, cucinando e
scrivendo sul blog A Typesetter’s Day; collabora al progetto Motivi a Maglia.
Questo schema è stato rilasciato sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate
2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/ o spedisci
una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA

Direi che, se corrette, le citazioni ci sono. Non sono sufficienti?

Anonimo ha detto...

leggo dal gruppo facebook che l'amministratore (che penso c'entri qualcosa con questo blog), scrive:

"Be', io non la compro perché ho mezzo hard-disk pieno di riviste giapponesi piratate! ;-P"

Tanto per parlare di legalità.

Lizzie ha detto...

fondamentalmente penso che il problema stia nel fatto che sono pdf e non link diretti al blog/sito

Alice Twain ha detto...

@SusinaPenelope, l'illecito sta nel fatto che i materiali erano talvolta coperti da solo cupyright e quindi non potevano essere diffusi da terzi e in parte perché i materiali oltre che da Copyright erano coperti da Creative Commons con determinati diritti, che comprendono quello di ripubblicare il documento "as is" cioè senza apportare alcuna modifica, ma sempre citandone chiaramente il nome dell'autore. Citare chiaramente, rispondo all'anonimo, non significa nel documento (se mi violavano anche il documento li andavo a prendere con un cactus e lo usavo per sodomizzarli) ma nella pagina web e magari nel link, in modo fosse chiaro già da prima del download che il materiale in download è mio e non altrui, inoltre andava citata la fonte, che è contemporaneamente MaM e Unfilodi...

Alice Twain ha detto...

Sempre @SusinaPenelope, i link sono sempre ottimi, ma nonper agioni legali bensì per ragioni tecnologiche andrebbero fatti con una certa cognizione di causa: vale a dire apponendo il link sul nome del blog, sul nome del modello, sul nome dell'autore ecc. In questa maniera i motori di ricerca indicizzeranno correttamente il link e aumenteranno la loro precisione nell'indirizzare le ricerche.
@Lizzie, nel momento stesso in cui pubblichi qualcosa via web con il tuo nome, questo qualcosa è già vincolato, ovverosia tu ne detieni già il copyright e, a meno che tu non vi apponga una licenza aggiuntiva CC "tagliata" su misura per il materiale che desideri pubbblicare, restano valide le nomer più restrittive, vale a dire che nessuno puù scaricare, copiare, distribuire o usare a scopo commerciale il tuo lavoro. Se trovi in vendita un paio di babbucce fatte con il tuo pattern sei quindi autorizzata ad entrare, chiedere il pagamento dei diriti per l'uso della tua opera dì'ingegno e fare ricorso alla legge. IL copyright, insomma, è avvalorato dall'atto stesso della pubblicazione e richiede tassativamente registrazione solo nel caso l'opera non venga immediatamente pubblicata (ma, ovviamente, circoli, per esempio in attesa di pubblicazione a stampa). Quindi le tue babbucce sono già d'ufficio coperte dal diritto dì'autore e chiunque le distribuisca è passibile di denuncia.

Alice Twain ha detto...

@Maddalena: dipende da qualei licenze sono apposte all'opera. Se c'è solo una licenza di copyright è illegale distribuire in qualsivoglia forma iol peodotto altrui, ma è legale citarlo. L'entità di questa citazione deve essere: "nei limiti giustificati da tali fini e purchè non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera" ... "l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali" (art. 70, comma 1, legge 22 aprile 1941 n. 633). "Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore" (art. 70, comma 3, ibid.). Inoltre, la legge permette la riproduzione mediante fotocopia o affini (per esempio la scansione) per il solo uso personale di qualsivoglia opera, quindi puoi farti fotocopie di un libro in tuo possesso per uso personale, per esempio per non sottolineare l'originale, oppure farne la scansione per conservarne una copia digitale. Questo significa che se hai una scansione di un pattern in tuo possesso per tuo uso personale sei nella legge, se pubblichi la copertina per illustrare che osa stai facendo sei nella legge, se pubblichi un frammento di testo (frammento!) per chiarire qalcosa sei nella legge. Fine. Se diffondi tutto non sei più nella legge.

Alice Twain ha detto...

@Anonimo II: Il download a uso personale di materiale coperto da copyright e diffuso illegalmente costituisce un illecito amministrativo depenalizzato, la sua diffusione costituisce un reato. Scaricare illegalmente non significa commettere un reato, significa commettere un ikllecito amministrativo che non può comunque dare origine ad alcuna punizione. Ergo, s eio quel materiale che ho scaricato lo rendessi a mia volta disponibile per il download commetterei un reato, ma al momento non ho commesso alcun reato. Poi qui potrei partire con un lungo e barboso pippone sulla funzione della disponibilità pubblica delle opera in forma digitale come stimolo alla cultura, alla sua qualità e alla sua diffusione anhe economica, mame ne astengo perché ha già detto tutto Wu Ming (http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/tematico_copyright.html), autori che per inciso da sempre rendono le loro opere disponibili pubblicamente sul web e che cionondimeno restano tra i più venduti della narrativa contemporanea, pur non facendo promozione dei loro libri in televisione e altre marchette: chiediamoci perché (io credo proprio perché diffondono il loro materiale via web e il risultato è che chi legge on-line e apprezza poi compra, e tutto questo dimsotr ala farragginosità e la scarsa attualità del Copyright come comunemente inteso e come normato dalla legge 633/1941, che poi è il motivo per cui io adotto e promuovo le licenze Creative Commons).

Maddalena ha detto...

Che bella questa discussione!! Altra domanda allora: se io scarico un pattern gratuito e lo utilizzo per vendere una copia o due del pezzo commetto un illecito? Cioè la comercializzazione parte da un 'minimo di' o è anche per una copia sola?

Alice Twain ha detto...

@Maddalena, se non c'è nessuna licenza Creative Commons è a norma di legge proibita la realizzazione a scopo commerciale, ovviamente a scanso di accordi con il detentore dei diritti, di capi punto. Uno, due o cento è sempre proibita. L'unica possibile eccezione è che la cliente acquisti lo schema (per esempio comprando una rivista) e poi, anziché realizzare in prima persona, faccia realizzare da terzi il modello, tuttavia la copia dle modello resta di proprietà della cliente che continua a poterla utilizzare solo pro domo propria. Nel caso, per esempio, che il modello venga usato per produrre uno o più capi da mettere in vedita in uno dei famosi e vituberabili all'infinito mercatini dell'artigianato, qualora il detentore dei diritti scopra la cosa ha il diritto di fare causa all'artigian@. Se invece un@ determinat@ artigian@ dovesse voler realizzare dei capi ricavati da un modello di XY, può chiedere l'autorizzazione a sfruttare quel modello in cambio di una contropartita contrattata, che può essere una determinata cifra forfettaria, una quota dell'utile per ogni capo andato venduto o anche, se il detentore dei diritti è daccordo, nulla se non magari la menzione "questo modello di coprinaso è realizzato sulla base dello schema Pincopallino di XY". Se c'è una licenza Creative Commons, questa può invece comprendere il diritto di sfruttamento economico dell'opera (quindi anche del modello), nel quale caso è possibile quanto sopra senza contropartita. Se c'è una licenza Creative Commons, vanno quindi verificate le clausole che la licenza stessa copre.

try2knit ha detto...

Poi, visto che l'argomento l'ho eviscerato col mio avvocato per altri motivi vorrei anche ricordare a lizzie che:

"Se trovi in vendita un paio di babbucce fatte con il tuo pattern sei quindi autorizzata ad entrare, chiedere il pagamento dei diriti per l'uso della tua opera dì'ingegno e fare ricorso alla legge [...] IL copyright, insomma, è avvalorato dall'atto stesso della pubblicazione"

Ovviamente a meno che non si dimostri che qualcuno avesse i sorgenti (nel mio caso, dato che lavoro con i file) o qualcos'altro che dimostrasse di aver pubblicato quella tal opera ancora prima di te.
Ovviamente so che non è il tuo caso Lizzie, sto solamente facendo un esempio...

SusinaPenelope ha detto...

Grazie Silvia per le spiegazioni e i consigli, vedrò di linkare in modo più "intelligente" anche ad uso dei motori di ricerca

lizzie ha detto...

si a parte che guardando in rete ora scopro che non è che sono stata proprio la prima ad avere l'idea di fare delle babbucce del genere :-)
poi in quel caso è da vedere se ho scopiazzato un pattern esistente, o ho passato delle ore a fare e disfare il lavoro...la seconda per me :-)

Alice Twain ha detto...

@lizzie: parte del problema è che molti dei modelli di base della maglia sono "quellilì". Ne consegue che l'architettura, per così direi, delle tue babbucce potrebbe essere che ci siano altre 250 persone che hanno costruito delle babbucce con la stessa architettura ma usando un filato diverso o aggiungendo un determinato motivo decorativo e così via. Ancora più banale, siore e siori, la sciarpa a punto legaccio! Se vai su Ravelry ne trovi a pacchi! ora, uan sciarpa a legaccio è "Monta un tot di maglie, lavora sempre a dritto tutti i ferri finché non ne puoi più, intreccia". Qui le uniche varianti sono il filato e il numero di maglie da montare. In questi casi quello che vale, IMHO, sono le parole con cui spieghi, non secondariamente perché è solo dal giro di frase che scegli che si evidenzia la provenienza.

Alice Twain ha detto...

(Ecco che cosa succede a ricevere telefonate a metà della stesura di un commento.)